Di fronte ad un evento così naturale e sconvolgente come la nascita, è tutto il nucleo familiare (che si trati solo dei due genitori o anche di altri fratelli o sorelle) a doversi adattare alla nuova vita che arriva, alla crescita educativa e affettiva, l’adolescenza, la fase adulta con il distaccamento di alcuni componenti.
Ogni fase comporta dei compiti di accomodamento e crescita che coinvolge tutti i membri della famiglia nucleare e, non di rado, anche della famiglia allargata.
Generalmente sono a disposizione nove mesi per potersi preparare all’evento, e nonostante si tratti di un’esperienza per cui siamo fisiologicamente predisposti le nostre risposte possono a volte non essere funzionali, ci si può sentire inadeguati e non pronti ad accogliere al meglio il bimbo tanto atteso.
Le cause possono essere multifattoriali e spesso non facilmente accessibili alla coscienza. Frequentemente possono riguardare la mamma ma anche il papà o altra figura di accudimento principale.
E’ possibile infatti che riemergano vissuti, stati emotivi della nostra prima infanzia per i quali non è avvenuta una effettiva elaborazione.
Ignorato il malessere, può comportare manifestazioni psicosomatiche e somatizzazioni anche importanti da non sottovalutare come reflusso, mal di testa, dermatiti, disturbo d’ansia e depressione..
Vi sono poi eventi particolari di vita per la famiglia che la costringono ad un impegno diverso per elaborare la realtà, dove avviene un vero e proprio isolamento dal confronto sociale. Nel lutto perinatale o comunque quando la perdita di un figlio avviene precocemente rispetto alle aspettative di vita, nelle difficoltà di una nascita pretermine, il nucleo tende a chiudersi e a estraniarsi da tutta la rete sociale e dai contesti di vita dei quali aveva fatto parte e trovato sostegno fino ad allora.
Un percorso psicologico è fondamentale in quesi casi per tracciare nuovi contenuti e significati a quanto è successo o sta succedendo per costruire nuove modalità relazionali e comunicative in un’ottica di crescita personale.
La consulenza familiare può essere richiesta dove è presente:
- Disagio psicologico pre e post parto, ansia, sentimenti di inadeguatezza tutti segnali importanti di allarme in un’ ottica di prevenzione del baby blues e della depressione post partum
- Nascita pretermine e relazione madre bambino
- Disagio psicologico e/o comportamentale nel bambino: disturbo del sonno, dell’alimentazione, enuresi, nascita di un fratello/sorella
- Supporto alla genitorialità nelle famiglie naturali, ricostitutite, adottive e affidatarie che affrontano particolari passaggi di crescita: la costruzione del legame di filiazione, scolarizzazione, adolescenza..
- elaborazione del dolore nel lutto perinatale
La consulenza familiare è intesa come percorso breve, focalizzato sulla valorizzazione delle potenzialità e risorse dell’individuo, della diade o del nucleo familiare. Attraverso una valutazione degli aspetti ambientali, comportamentali e relazionali viene indicato il percorso psicologico più utile, con interventi psico-educativi mirati a ristabilire maggiore consapevolezza di sè, favorire una crescita interiore, migliorare l’autostima e il senso di autoefficacia percepita.